
Il locatore può intimare lo sfratto o per morosità, qualora il conduttore non abbia pagato i canoni di locazione oppure per finita locazione, qualora, scaduto il contratto l’inquilino non abbia rilasciato l’immobile.
Cosa può fare l’inquilino
In presenza di un’intimazione di sfratto l’inquilino può:
- Chiedere un termine di grazia;
- Opporsi allo sfratto.
Il termine di grazia è un termine che l’inquilino chiede per sanare la morosità di 90 giorni, ovvero di 120 giorni. In particolare il termine di 4 mesi per la sanatoria può essere chiesto qualora, successivamente alla stipula del contratto, l’inquilino si sia trovato in comprovate situazioni di difficoltà, tra cui rientra anche lo stato di disoccupazione, e la morosità non si sia protratta per più di due mesi.
Lo stato di disoccupazione, invece, non rappresenta un motivo per opporsi allo sfratto in quanto le condizioni economiche del conduttore o di qualcuno dei componenti della sua famiglia sono ininfluenti a tal fine.
Morositò Incolpevole
Nel caso in cui il conduttore sia disoccupato è possibile anche avvalersi, in presenza di particolari requisiti delle agevolazioni della cosiddetta morosità incolpevole.
Alcune delle situazioni che determinano la condizione di morosità incolpevole che dà diritto alle agevolazioni sono ad esempio: la perdita del posto di lavoro a seguito di licenziamento; l’infortunio, il decesso o la grave malattia di un membro della famiglia, che ha portato a una significativa riduzione del reddito familiare; lo stato di cassa integrazione; l’interruzione di un’attività professionale a causa di forza maggiore, ecc.
È inoltre necessario soddisfare una serie di requisiti, tra cui:
- avere un reddito ISE non superiore a 35.000 euro o un reddito derivante da attività lavorativa con ISEE non superiore a 26.000 euro;
- aver ricevuto una intimazione di sfratto per mancato pagamento dell’affitto;
- avere un contratto di locazione regolarmente registrato;
- avere la residenza nell’immobile oggetto della procedura di sfratto da almeno un anno;
- essere cittadino italiano.
Inoltre, viene data priorità nella concessione del contributo nel caso in cui all’interno della famiglia sia presente un componente ultra settantenne, un minore, con invalidità di almeno il 74%, o una persona assistita dai servizi sociali.
In presenza di tali requisiti sarà possibile per l’inquilino chiedere di accedere ai contributi stanziati dal comune al fine di evitare la procedura di sfratto
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