Statistiche sfratti 2020 ed emergenza abitativa

statistiche sfratti 2020

Il Ministero degli Interni ha recentemente pubblicato i dati sugli sfratti del 2020 in Italia.

In particolare nel 2020 sono stati 32.536 gli sfratti convalidati, di cui 28.024 per morosità, mentre gli sfratti eseguiti sono stati 5.270, nonostante la sospensione prevista per legge.

Si ricorda che per le convalide di sfratto emesse entro il 28 febbraio 2020, la possibilità di iniziare l’azione esecutiva è ripresa a decorrere dal 30 giugno 2021, per i provvedimenti di rilascio adottati dal 28 febbraio al 30 settembre 2020, la possibilità di procedere con l’esecuzione è ripresa a partire dal 1 ottobre 2021, mentre per i provvedimenti di rilascio adottati dal 1 ottobre 2020 al 30 giugno 2021 il blocco degli sfratti è stato prorogato fino al 31 dicembre 2021.

Il segretario generale del SUNIA, il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, Stefano Chiappelli, in una nota, ha espresso la sua preoccupazione per l’emergenza abitativa che attanaglia il nostro paese, evidenziando che alcun intervento vi è stato da parte del Governo e del Parlamento e che non è più possibile rinviare un piano casa nazionale.

A ciò aggiungasi che con lo sblocco degli sfratti, alcuni dei quali sono già ripresi da luglio scorso, sono oltre centomila le famiglie che sono a rischio di sgombero. 

 

Necessità di un intervento legislativo 

Si avverte fortemente la necessità di un intervento legislativo in materia di emergenza abitativa.

Non bisogna dimenticare che negli anni precedenti alla pandemia c’era stata una diminuzione sostanziale delle forze investite per il sostegno agli affitti e per la morosità incolpevole.

Si segnala, come unico provvedimento che ha mitigato gli effetti  di tale fenomeno, il rinnovo della convenzione di cui al D.M. 16 gennaio 2017 e di tutti gli accordi territoriali siglati dalle associazioni maggiormente rappresentative dei proprietari e degli inquilini.  Grazie all’attività di queste ultime, in particolare, è stata ridotta di quasi il 20% all’anno il numero delle esecuzioni. 

Si pone quindi ormai come improrogabile un intervento del governo che coinvolga le istituzioni territoriali e che favorisca l’adozione di provvedimenti di aiuto concreto, di esecuzione delle misure contributive attualmente esistenti, nonché di  meccanismi di rinegoziazione dei canoni che favoriscano il rientro delle situazioni debitorie precedenti.

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