
Lo sfratto è un procedimento giudiziario con il quale, il proprietario di casa, chiede al Giudice di ordinare all’inquilino di liberare l’appartamento.
Questo provvedimento diventa esecutivo nel momento in cui il giudice verifica le varie condizioni e lo convalida.
Fatta un po’ di teoria, è ora di passare all’aspetto pratico:
come funziona lo sfratto?
Prima di dirtelo nel dettaglio, c’è da chiarire un altro aspetto.
I tipi di sfratto
Esistono principalmente due tipi di sfratto:
- Sfratto per Morosità: avviene quando l’inquilino non paga l’affitto;
- Sfratto per Finita Locazione: avviene quando nonostante sia scaduto il contratto di locazione, l’abitazione non viene liberata dagli inquilini.
nb: ti parlerò in maniera più approfondita di questi due argomenti nei prossimi focus, ma era necessario fare questa piccola precisazione per poter capire quanto segue.
Come funziona lo sfratto: tutta la procedura
Giungiamo al nocciolo della questione: ma come funziona lo sfratto?
Ti spiego come funziona lo sfratto nei due casi sopraelencati (Morosità e Finita Locazione).
Come funziona lo sfratto per Morosità
Ai primi mesi di pagamenti non corrisposti, il proprietario invia all’inquilino una raccomandata in cui chiede di saldare gli importi dovuti specificando che, in caso di mancato pagamento, si arriverà alle vie legali.
Se dopo questo avviso l’inquilino continua a non pagare, il proprietario (sempre grazie all’assistenza di un avvocato), può chiedere al giudice di emettere un provvedimento esecutivo che ordina all’inquilino di abbandonare l’abitazione.
Nella prima udienza della causa l’inquilino può:
- sanare la morosità (con interessi e spese processuali);
- chiedere il “termine di grazia”, ovvero 90 giorni per saldare il suo debito.
Se l’inquilino non si presenta al processo, non riesce a saldare in nessun modo l’importo dovuto, e si rifiuta di abbandonare l’abitazione, può essere predisposto l’intervento di un ufficiale giudiziario e delle forze dell’ordine.
Come funziona lo sfratto per Finita Locazione
Il proprietario (avvalendosi di un avvocato) manda una notifica all’inquilino con l’intimazione di sfratto.
L’inquilino, si rivolge a un avvocato per controllare la validità dell’intimazione: in poche parole, che i motivi del proprietario siano validi e che ci siano le condizioni effettive per lo sfratto. Se le condizioni solo valide, sarà inutile (e dispendioso) opporsi, al contrario, in presenza di dubbi sulla validità dell’azione di sfratto, l’avvocato dell’inquilino deposita in tribunale l’atto “comparsa di costituzione e risposta”.
Se si arriva in tribunale il giudice verifica se ci sono le condizioni per il rilascio dell’appartamento:
- se ci sono le condizioni: viene emesso un provvedimento di rilascio con la data precisa in cui l’inquilino deve lasciare l’abitazione. In caso contrario è previsto l’intervento delle forze dell’ordine;
- se non ci sono le condizioni: il giudice in questo caso instaura una causa ordinaria.
Spero di averti dato tutte le informazioni di cui avevi bisogno, nel modo più chiaro e diretto possibile!